Modellismo, guerra e pace
L’esistenza del conflitto in Ucraina, che ormai perdura da mesi, mi ha portato a riflettere su come io concepisca il mio hobby del modellismo militare, e su come raffigurare strumenti di guerra mi faccia apprezzare ancora di più la pace.
Dieci mesi fa lo scoppio della guerra in Ucraina ha scosso gli animi di tutto il mondo. Questa non è l’unico conflitto in corso al momento, né forse il più cruento, ma esso ha cambiato un equilibrio geopolitico presente da decenni. Per la prima volta da quasi quarant'anni lo spettro della Guerra Fredda si è riaffacciato, paventando scenari che potrebbero potenzialmente divenire catastrofici.
Dedicandomi all’hobby del modellismo militare mi sono state rivolte critiche sul fatto che rappresentare mezzi di guerra in questo periodo sarebbe visto come inappropriato. Io stesso, lo ammetto, per diverse settimane ho avuto lo stesso dilemma. Sono però giunto alla mia personale conclusione che avere questa passione non significa che la guerra mi piaccia, semmai il contrario.
Fare modellismo militare significa innanzitutto conoscere ciò che si rappresenta, comprenderne le potenzialità, spesso studiarne i conflitti in cui sono stati impiegati. Si capisce come questi prodotti dell'inventiva umana, creati per essere efficienti e letali, possano essere capaci di tanta distruzione. Da qui, ci si rende conto di cosa la guerra comporterebbe per chiunque ne fosse coinvolto, e che solo la pace è ciò che una persona di buon senso e sana di mente dovrebbe auspicare.
Più di 80 anni fa il mondo è sprofondato in una guerra che ha lasciato distruzioni immani e cicatrici durature. Spero solo che stavolta prevalga il buon senso e si lasci alla nostra e alle future generazioni la speranza che ciò non si ripeta più.